Oggi
mi incammino presto verso la spiaggia: pare arriverà un piccolo
uragano nel pomeriggio, cosa che in queste zone è tutt'altro che
infrequente...
Insomma,
non è giornata da allontanarsi troppo dall'albergo. Decido quindi
che è l'ideale per stare in spiaggia finché il tempo regge e
approfittarne per finire La
Casa In Collina.
E
il tempo, contro tutte le previsioni più allarmistiche, tiene fino
al tramonto. Così la mezza giornata di spiaggia diventa una giornata
intera.
Ormai
ho deciso che la mia spiaggia di riferimento è la Costa Azzurra: una
lunga distesa di sabbia fina e dorata esposta a sud, situata
all'estremità occidentale della penisola, che ha poi il vantaggio di
non obbligare a pagare l'odioso obolo di 24€, come accade negli
stabilimenti delle spiagge centrali di Grado, e ha l'acqua migliore,
più fresca e profonda.
Mi
chiedevo se avrei saputo stare un giorno intero da sola in spiaggia
senza iniziare a sentirmi inquieta...
Ho
capito che con un occhio a quel che accade intorno a me, per sentirmi
parte del mondo, per agganciare la mia solitudine a qualcosa che le tenga
compagnia, e l'aiuto del cellulare per inviare qualche messaggio,
direi che si riesce.
Il
sole lievemente meno caldo di ieri mi concilia la voglia di rimanere
a godermi il tramonto, l'ora più dolce (regola: non si può dire ciao a un
mare senza averne visto il tramonto!), pure se un venticello
incipiente sta già iniziando a giocare con la sabbia che si burla
degli occhi di tutti noi che ci ostiniamo a rimanere qui, mentre i
bagnini si stanno già affannando a chiudere gli ombrelloni di tutti
coloro che hanno preferito abbandonare.

(Pallavolo
e tramonto - Grado)

(Tramonto
alla spiaggia Costa Azzurra - Grado)
Alzo
lo sguardo: il cielo non è più completamente limpido, ma solcato da
quelle che a me sembrano innocue grandi nuvole bianche. (E penso che
mi piacerebbe tanto saper distinguere i tipi di nuvole...)
E'
in questo momento che, complice una bimbetta (questa vacanza mi sta
insegnando il fondamentale ruolo sociale dei bambini anche per chi
non ne ha!), inizio a scambiare due chiacchiere con i suoi genitori,
i primi né austriaci né friulani che incontro qui!
"Ferrara?
Bello! Avete il festival musicale! Ah, ci se stata una volta! E, che
stavo leggendo? Cesare Pavese. Non è proprio lettura da
spiaggia, dite? Siete insegnanti? Fico! Che mi suggerite di leggere?
Ok, prendo nota. Ahahaha!, no, non sono psicologa. Ah, ma tu sei
originario di qui: un autoctono! Il poeta Marin? No, non lo conosco:
ho solo notato che gli hanno dedicato un busto ai giardini
pubblici. Era un talentuoso poeta, peccato per la sua condotta
personale? Mmm, era fascista, vero? Eheh, come ho indovinato se non lo conoscevo?, non so, mi ero fatta questa idea... E che pensare dei fascisti pentiti (ok, lui non era
neppure pentito)?"
E
così via fino allo scambio dei numeri con la promessa di trovarci
con lei per un concerto insieme.
Il
vento adesso si è ingrossato. All'orizzonte si profilano le prime
nuvole davvero scure. Io apprendo con delusione, sentendomi
leggermente colpevole per questo, che non ci sarà nessuna tromba
d'aria marina, nessun evento strabiliante da guardare con stupore.
E
mi fa piacere, molto, notare lei che spera non venga a piovere perché
la sera, dopo cena, perché vorrebbe ci trovassimo per un gelato prima di
salutarci: io per il giorno successivo ho in programma una
biciclettata all'Isola della Cona (o meglio, alla Punta Sdobba;
ancora non so se avrò il coraggio di spingermi da sola fino alla
Cona...) e loro la partenza per l'Austria.
Io
sono poco convinta: sta chiaramente per venire a piovere, ma in ogni
caso ci salutiamo dicendoci che magari ci si vede più tardi.
Ecco,
sono un toro, nel senso di segno zodiacale. Un toro di norma su certe
cose non transige: via di corsa in lotta contro il meteo per
fagocitare la frittura di alici e la polenta che avevo adocchiato la sera prima
alla sagra dei pescatori: o victoria o fame (mi perdoni il Che)!
Ce
la faccio ingurgitando tutto alla velocità della luce. Bene ma non
benissimo perché mi tocca rovesciare nella fontanella più di mezzo
bicchiere del buon vino friulano: qui sta arrivando la tempesta!
Non
faccio neppure in tempo a lasciare il porticciolo e incamminarmi
lungo il viale che costeggia la laguna che vengo raggiunta alle
spalle da una folata di vento che così forte non l'avevo sentito mai: mi spinge
avanti facendomi quasi correre. E ammetto che inizio ad essere un po'
preoccupata.
Ma
infilo la porta dell'albergo e lascio la burrasca alla mie spalle.
(Ok,
niente foto serali alla laguna tempestosa... Forse).
Inizia
a tuonare mentre io sbircio il cielo da sotto la doccia. Ma chi l'ha
mai vista una finestra (in bagno, anzi più precisamente sul piatto
doccia!) su una vista così figa! E l'idea che mi balena in testa mi
fa smaniare dalla fretta di infilarmi il pigiama. Così, ancora con i
capelli bagnati, eccomi a piazzare un rotolo di carta igienica sul
davanzale della finestrella del bagno per guadagnare centimetri in
altezza e bypassare il parapetto del terrazzo antistante, e tenendo
come stabilizzatore l'appoggio della macchina, scatto a raffica ai
fulmini che si scatenano sulla laguna. Come non ci fosse un domani!
Orgoglio.

(Fulmini
sulla laguna in tempesta - Grado)

(Laguna
in tempesta - Grado)
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