venerdì 15 settembre 2017

PRIMA TAPPA - Giorno 2: faccia da spiaggia

Questa non me l'aspettavo davvero: dopo una giornata di viaggio come quella di ieri, mi ritrovo sveglia alle cinque e mezza del mattino (mai successo prima!). La sveglia presto, come l'addormentarmi a prima sera, sarà una costante dei giorni a Grado, unico modo per sopravvivere all'ondata di calore da record senza poter contare sull'aria condizionata.
Così tra il caldo che inizia a farsi sentire e i versi dei gabbiani che volano proprio davanti alle mie finestre. Pure senza aria condizionata, non cambierei mai la mia stanza vista laguna con quella di qualcun altro qui, perché il mio albergo non poteva capitarmi in un luogo più gradito del paese: appena fuori il centro abitato, ma non distante, a pochi passi dal porticciolo e con vista esattamente di fronte al ponte pedonale che collega Grado all'isola della Schiusa i cui confini, proprio sotto i miei occhi, vengono lambiti ad est dal principiare della laguna, dove l'acqua ancora mescolata al mare inizia ad essere qualcosa di diverso da esso.
Che fare dunque? La colazione non sarà servita prima delle sette e mezza, e be', non ci metto molto prima che le parole del mio maestro di fotografia mi risuonino nelle orecchie (d'estate per fare buone foto bisogna svegliarsi presto la mattina o attardarsi il pomeriggio). E quando mi ricapita di essere sveglia come un grillo a quest'ora senza bisogno di sveglia???
Insomma, c'è tempo, la temperatura è ancora gradevole, il sole basso, la reflex è con me e sono vestita alle sei del mattino a un minuto di passeggiata dalla laguna; combiniamo i dati e potremo avere una fichissima ed inaspettata sessione fotografica alla laguna proprio nella famosa ora dorata, e senza neppure il fastidio di aver dovuto puntare la sveglia!

                      Simpatici visitatori mattinieri all'isola della Schiusa -Nice early moorning visitors to the Schiusa island
                 (Simpatici visitatori mattinieri all'isola della Schiusa)

Prendo per il ponticello incrociando soltanto sporadici e mattinieri runner (o insofferenti al caldo forse) e qualche cane a spasso con il padrone. E devo dire che è qui che scatto le migliori fotografie della tappa gradese. La guida (che uso come una bibbia) non sbagliava: riguardando poi le foto scattate ci avrei intravisto un'atmosfera da film ambientati in Indocina, molto suggestiva.

                          L'alba dal ponte dell'Isola della Schiusa - Dawn from the Schiusa island's bridge
                           (L'alba dal ponte dell'Isola della Schiusa)

                          L'alba sulla laguna di Grado
                                  (L'alba sulla laguna di Grado)

Insieme al sole che va deciso verso lo zenith, prendo soddisfatta la via del ritorno in questo albergo dall'aria lievemente decadente dove la mia colazione, lenta, sarà il rituale che mi piacerà di più ogni giorno: scelgo la panca con la più bella vista sulla laguna (tanto sono la prima ad arrivare) e mi alzo più volte a procacciarmi quel che mi dovrà tenere su quasi fino a cena, dal latte con i cereali, alle torte, dal pane alla frutta, lo yogurt e il succo di frutta, mangiando come non posso fare nella mia vita quotidiana, ovvero leggendo con calma il mio kindle, da cui distolgo lo sguardo soltanto ogni tanto per dare un'occhiata all'acqua placida che quasi mi pare reclami la mia attenzione, e osservarne i cambiamenti di marea: ecco, ora quel tratto di sabbia non si vede, mentre ieri pomeriggio era scoperto!
Scambiate due chiacchiere con l'albergatrice, una tipa dal piglio freddo-cordiale mitteleuropeo ma impeccabile nel suo mestiere, vengo rassicurata dalla brutta impressione che avevo avuto ieri nella mia breve incursione in una spiaggia a caso: a quanto pare avevo beccato un lido particolarmente sfigato e isolato (acqua bassissima, tutta un'alga e, la cosa peggiore, bollente!), mentre c'è tutta una grande spiaggia con sabbia dorata, acqua profonda  se solo si va un po' al largo e con una temperatura normale. Il mare era l'incognita che mi preoccupava di più ("ma se nessuno va al mare a Grado a parte gli Austriaci e i Friulani un motivo ci sarà!", mamma dixit. E no, non c'è: è ancora un po' fuori dalle mete turistiche perché non ci sono le discoteche e i divertimentifici, grazie a dio!). 
Superato questo scoglio, sono tranquilla.
C'è da camminare un po' per raggiungere la spiaggia Costa Azzurra, ma mi fa piacere perché è l'occasione per attraversare il centro storico, che si rivela un'altra gradevole sorpresa. Ci sono le calle che richiamano certi scorci veneziani, c'è il campanile di Santa Eufemia che domina il paese con la sua statua segnavento, c'è il porticciolo e ci sono angoli che si aprono all'improvviso dove non mi aspetto.
Lasciato il centro storico, sbuco sul lungomare con gioia: non è il mare verdognolo di ieri, e la spiaggia è immensa!
Qui finisce la parte attiva della mia giornata: sono digiuna di mare da due anni buoni (e in ogni caso due anni fa è stato per poco tempo e in un posto che non avevo molto apprezzato né scelto), e ho solo voglia di abbandonarmi all'aria e all'acqua salata. Mi accorgo con stupore che il mare mi mancava...
Il resto sono frequenti nuotate (con occhio vigile alle meduse che evidentemente apprezzano il caldo e l'acqua pulita) e l'inizio della rilettura dopo il liceo di "La casa in collina" che si alternerà a qualche sonnellino. 
Il bagno di sole però (che credete?, comunque sempre sotto l'ombrellone!) non mi consente di stare oltre le cinque. Per cui doccia, annessi e connessi e seconda serata alla benedetta sagra dei pescatori, questa volta con le cozze al posto del fritto misto.
Bene, reggo il vino meglio di ieri. Questi sono miglioramenti!
Per il resto la sveglia delle cinque e il sole si fanno sentire, cosicché dedico poco tempo alle fotografie di Grado by night e continuo il mio stile vacanziero monacale andando a dormire.
(E me lo concedo, cavolo!).


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