Questa
non me l'aspettavo davvero: dopo una giornata di viaggio come quella
di ieri, mi ritrovo sveglia alle cinque e mezza del mattino (mai
successo prima!). La sveglia presto, come l'addormentarmi a prima sera, sarà una costante dei giorni a Grado, unico modo per sopravvivere
all'ondata di calore da record senza poter contare sull'aria
condizionata.
Così
tra il caldo che inizia a farsi sentire e i versi dei gabbiani che
volano proprio davanti alle mie finestre. Pure senza aria
condizionata, non cambierei mai la mia stanza vista laguna con quella
di qualcun altro qui, perché il mio albergo non poteva capitarmi in un
luogo più gradito del paese: appena fuori il centro abitato, ma non
distante, a pochi passi dal porticciolo e con vista esattamente di
fronte al ponte pedonale che collega Grado all'isola della Schiusa i
cui confini, proprio sotto i miei occhi, vengono lambiti ad est dal
principiare della laguna, dove l'acqua ancora mescolata al mare
inizia ad essere qualcosa di diverso da esso.
Che
fare dunque? La colazione non sarà servita prima delle sette e
mezza, e be', non ci metto molto prima che le parole del mio maestro
di fotografia mi risuonino nelle orecchie (d'estate per fare buone foto
bisogna svegliarsi presto la mattina o attardarsi il pomeriggio). E
quando mi ricapita di essere sveglia come un grillo a quest'ora senza bisogno di sveglia???
Insomma,
c'è tempo, la temperatura è ancora gradevole, il sole basso, la
reflex è con me e sono vestita alle sei del mattino a un minuto di
passeggiata dalla laguna; combiniamo i dati e potremo avere una
fichissima ed inaspettata sessione fotografica alla laguna proprio
nella famosa ora dorata, e senza neppure il fastidio di aver dovuto
puntare la sveglia!

(Simpatici
visitatori mattinieri all'isola della Schiusa)
Prendo
per il ponticello incrociando soltanto sporadici e mattinieri runner
(o insofferenti al caldo forse) e qualche cane a spasso con il
padrone. E devo dire che è qui che scatto le migliori fotografie
della tappa gradese. La guida (che uso come una bibbia) non
sbagliava: riguardando poi le foto scattate ci avrei intravisto
un'atmosfera da film ambientati in Indocina, molto suggestiva.

(L'alba
dal ponte dell'Isola della Schiusa)

(L'alba
sulla laguna di Grado)
Insieme
al sole che va deciso verso lo zenith, prendo soddisfatta la via del
ritorno in questo albergo dall'aria lievemente decadente dove la mia
colazione, lenta, sarà il rituale che mi piacerà di più ogni
giorno: scelgo la panca con la più bella vista sulla laguna (tanto
sono la prima ad arrivare) e mi alzo più volte a procacciarmi quel
che mi dovrà tenere su quasi fino a cena, dal latte con i cereali,
alle torte, dal pane alla frutta, lo yogurt e il succo di frutta,
mangiando come non posso fare nella mia vita quotidiana, ovvero leggendo con
calma il mio kindle, da cui distolgo lo sguardo soltanto ogni tanto
per dare un'occhiata all'acqua placida che quasi mi pare reclami la
mia attenzione, e osservarne i cambiamenti di marea: ecco, ora quel
tratto di sabbia non si vede, mentre ieri pomeriggio era scoperto!
Scambiate
due chiacchiere con l'albergatrice, una tipa dal piglio freddo-cordiale
mitteleuropeo ma impeccabile nel suo mestiere, vengo rassicurata
dalla brutta impressione che avevo avuto ieri nella mia breve
incursione in una spiaggia a caso: a quanto pare avevo beccato un
lido particolarmente sfigato e isolato (acqua bassissima, tutta
un'alga e, la cosa peggiore, bollente!), mentre c'è tutta una grande
spiaggia con sabbia dorata, acqua profonda se solo si va un po' al largo e
con una temperatura normale. Il mare era l'incognita che mi
preoccupava di più ("ma se nessuno va al mare a Grado a parte
gli Austriaci e i Friulani un motivo ci sarà!", mamma dixit. E no, non c'è:
è ancora un po' fuori dalle mete turistiche perché non ci sono le
discoteche e i divertimentifici, grazie a dio!).
Superato questo scoglio, sono tranquilla.
Superato questo scoglio, sono tranquilla.
C'è
da camminare un po' per raggiungere la spiaggia Costa Azzurra, ma mi
fa piacere perché è l'occasione per attraversare il centro storico,
che si rivela un'altra gradevole sorpresa. Ci sono le calle che
richiamano certi scorci veneziani, c'è il campanile di Santa Eufemia
che domina il paese con la sua statua segnavento, c'è il porticciolo e ci sono angoli che si aprono all'improvviso
dove non mi aspetto.
Lasciato
il centro storico, sbuco sul lungomare con gioia: non è il mare
verdognolo di ieri, e la spiaggia è immensa!
Qui
finisce la parte attiva della mia giornata: sono digiuna di mare da
due anni buoni (e in ogni caso due anni fa è stato per poco tempo e in un posto che non avevo molto apprezzato né scelto),
e ho solo voglia di abbandonarmi all'aria e all'acqua salata.
Mi accorgo con stupore che il mare mi mancava...
Il
resto sono frequenti nuotate (con occhio vigile alle meduse che
evidentemente apprezzano il caldo e l'acqua pulita) e l'inizio della
rilettura dopo il liceo di "La casa in collina" che si
alternerà a qualche sonnellino.
Il
bagno di sole però (che credete?, comunque sempre sotto
l'ombrellone!) non mi consente di stare oltre le cinque. Per cui
doccia, annessi e connessi e seconda serata alla benedetta sagra dei
pescatori, questa volta con le cozze al posto del fritto misto.
Bene,
reggo il vino meglio di ieri. Questi sono miglioramenti!
Per
il resto la sveglia delle cinque e il sole si fanno sentire, cosicché dedico poco tempo alle fotografie di Grado by night e continuo il mio
stile vacanziero monacale andando a dormire.
(E
me lo concedo, cavolo!).
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